IL MIO CANE HA PRURITO

Molto spesso il motivo della visita dal veterinario e’ il prurito.
Il prurito e’ una sensazione sgradevole che il cane manifesta in modi diversi: grattamento, leccamento, mordicchiamento e strofinamento.

E’ importante non sottovalutare queste manifestazioni perche’ con il passare del tempo spesso succede che il nostro amico cane si provoca lesioni cutanee via via piu’ estese e profonde e tali lesioni aumentano il prurito, innescando un circolo vizioso.

Diventa quindi fondamentale fissare un appuntamento per una visita dermatologica per poter effettuare una corretta diagnosi e terapia ed iniziare rapidamente il controllo del prurito.
A volte la causa del prurito e’ facile da diagnosticare e da curare, ma spesso alla base del problema c’e’ una malattia allergica che richiede un approccio diagnostico e terapeutico impegnativo.

La dermatite allergica da pulci e’ una malattia dovuta ad una reazione di ipersensibilita’ a sostanze presenti nella saliva della pulce e trasmesse tramite il morso.

Il cane ha prurito intenso e si lecca e si morde nella regione dorso (lombare provocandosi lesioni quali( eritema, erosioni, croste e alopecia)

La diagnosi viene fatta da parte del veterinario mettendo in evidenza le pulci adulte e le feci delle pulci, a volte si spazzola il mantello dell’ animale per raccogliere materiale che poi viene valutato al microscopio.

La terapia consiste nel combattere le pulci usando specifici antiparassitari sul cane e nell’ ambiente, inoltre spesso occorre usare farmaci per combattere il prurito.

L’ allergia alimentare e’ una reazione da parte del sistema immunitario ad uno o piu’ ingredienti presenti nella dieta, spesso si tratta di proteine.
Questa malattia insorge spesso entro l’ anno di eta’ , comunque puo’ verificarsi a qualsiasi eta’.

E’ caratterizzata da prurito a carico delle estremita’ degli arti , ascelle, inguine , addome , faccia e spesso orecchie.
Le lesioni sono caratterizzate da eritema, erosioni, croste, e mancanza del pelo.

Poiche’ non esiste la possibilita’ di un esame che permetta di valutare l’eventuale allergia, occorre fare una dieta ad eliminazione
E’ importante sapere dal proprietario quali sono i i cibi usati in precedenza, il cibo attualmente assunto, premi alimentari, eventuali farmaci in formulazioni appetibili.

Poi occorre scegliere una nuova dieta( commerciale o casalinga) con una nuova proteina che il cane non ha mai mangiato.
Se si sceglie per una dieta commerciale, si puo’ usare una dieta monoproteica oppure una dieta con proteine idrolisate cioe’ ( di peso molecolare inferiore a 10000 dalton ) che non vengono attaccate dal sistema immunitario.

E consigliabile nei primi giorni mescolare l’ alimento vecchio con quello nuovo per aver meno problemi di appetibilita’.
E’ importante che la dieta venga effetuata in maniera rigorosa, cioe’ evitando avanzi, premi, stick per i denti e biscotti.

Inoltre se ci sono altri animali ovviamente il cane non deve mangiare il cibo di altri animali conviventi.
La dieta va fatta per un periodo di 8 settimane e se alla fine di questo periodo si ha un significativa diminuzione del prurito occorre fare una dieta di provocazione che consiste nell’ introdurre la dieta precedente .

La dermatite atopica e’ una malattia allergica in cui il sistema immunitario produce anticorpi nei confronti di sostanze normalmemte presenti nell’ ambiente ( polvere, acari, muffe, pollini).

I primi sintomi compaiono in genere tra i 6 mesi e i 3 anni di eta’, anche se occasionalmente si possono osservare in cani piu’ giovani o piu’ anziani.Le razze piu’ a rischio sono il west higland white terrier, il labrador retriever, il golden retriever, il bulldog inglese e il bulldog francese, anche se si puo’ presentare in qualsiasi razza , compresi i meticci.
La dermatite atopica puo’ manifestarsi solamente in alcuni periodi dell’ anno o durante tutto l’ anno.

Il prurito interessa il muso, la regione perioculare, le orecchie, le estremita’ delle zampe, le acselle, l’ inguine e la parte ventrale dell’ addome.
Le lesioni sono caratterizzate da arrossamento, erosioni, croste, mancanza del pelo e sono spesso complicate da infezioni batteriche e da lieviti.
Il medico veterinario effettua una visita dermatologica e durante la visita esegue alcuni esami per escludere la presenza di parassiti ( raschiato cutaneo, scotch test, esame microscopico del pelo).
Se il prurito e’ presente tutto l’ anno, prescrive una dieta a eliminazione per confermare o escludere una eventuale allergia alinemtare.
Dopo aver escluso l’allergia alimentare e aver fatto diagnosi di dermatite atopica, e’ possibile fare esami allergologici per identificare gli allergeni a cui il cane e’ allergico, per poi fare allestire un vaccino.

L’immunoterapia e’ un trattamento specifico per la dermatite atopica che consiste nella somministrazione di quantita’ crescenti degli allergeni a cui l’ animale e’ allergico, in modo da rendere il sistema immunitario piu’ tollerante alle sostanze che scatenano la reazione allergica. L’immunoterapia ha un efficacia intorno al 50-70% nei casi di dermatite atopica e il risultato puo’ essere apprezzato dopo circa 9-12 mesi di trattamento.
Per questo motivo, nei primi mesi si associano farmaci per il controllo del prurito.

La gestione delle dermatiti allergiche del cane e’ una sfida per il proprietario e per il veterinario che richiede un rapporto di fiducia e un impegno notevole nell’ esecuzione delle terapie e nella precisione con cui si faranno i controlli clinici.
Invito ciascun proprietario ad assumersi questo impegno perche’ sicuramente permette il miglioramento della qualita’ della vita del proprio amico cane.

Tosse e problemi cardiaci nel cane

La tosse e la dispnea rappresentano, nel cane, un frequente motivo di visita
veterinaria. Questi sintomi si osservano più spesso in soggetti di età media-avanzata e di taglia medio-piccola e sono accompagnati da un altro rilievo clinico molto comune: il soffio cardiaco rilevato alla visita clinica.

La tosse può essere associata ad una malattia cardiaca da indagare ma può essere anche la conseguenza di diverse patologie a carico dell’apparato respiratorio concomitanti alla cardiaca e per le quali esiste una comune predisposizione nei cani delle tipologie sopracitate (ad es. broncopatie croniche, collasso delle vie aeree inferiori, fino a broncomalacia).

Nonostante siano note da tempo le difficoltà inerenti la corretta identificazione dell’origine cardiogena o meno della tosse in cani affetti da cardiopatia, questa distinzione resta essenziale per adottare il trattamento
più idoneo e per evitare terapie inutili e costose.

La malattia degenerativa mixomatosa mitralica (MMVD) e la cardiomiopatia dilatativa (CMD) sono le più comuni patologie cardiache acquisite dei cani. La
MMVD interessa di solito cani appartenenti a razze di piccola taglia e ha un lungo periodo preclinico, anche diversi anni. La CMD colpisce prevalentemente cani di taglie grandi e giganti.

Lo stadio preclinico può durare 2-4 anni se la malattia viene rilevata precocemente. Il progresso della malattia dipende dalla razza e presenta un elevato rischio di morte cardiaca improvvisa. In ogni caso i pazienti cardiopatici devono essere classificati in base al loro stato patologico.

Le prime informazioni derivano dall’anamnesi e dalla visita clinica ma è fondamentale raccogliere anche
dati derivati da esami elettrocardiografici, radiografici ed ecocardiografici.

In particolare, i cani con MMVD vengono suddivisi in 4 classi, i cani con CMD in 2 classi; su questo si basano le diverse raccomandazioni terapeutiche. Ci sono anche animali con semplice predisposizione per malattie cardiache e in questi casi è raccomandato lo screening annuale per una diagnosi precoce.

L’esame ecocardiografico è la metodica più utile per la diagnosi, la valutazione della disfunzione cardiaca e la stadiazione della gravità della malattia valvolare. L’esame radiografico permette una valutazione combinata della funzione cardio-respiratoria (dimensioni e forma dell’ombra cardiaca, dimensioni e andamento dei vasi polmonari, di

trachea e bronchi, aspetto del parenchima polmonare).
L’esame endoscopico, associato alla valutazione del liquido di lavaggio bronco- alveolare, può fornire informazioni diagnostiche su pazienti con patologie respiratorie primarie.
In condizioni di emergenza, come spesso accade, la differenziazione dell’origine di tosse e dispnea, nonché l’identificazione e la stadiazione di una cardiopatia diventano una sfida diagnostica perché lo stato clinico del paziente non permette accurati esami collaterali.

Il gatto, infine, non deve essere considerato come un “piccolo cane” ma come un paziente con codici comportamentali particolari che si devono riconoscere e ai quali è necessario adattarsi. Il gatto è molto sensibile allo stress e questo può alterare significativamente vari parametri vitali. Per esaminare un gatto e sottoporlo ad indagini diagnostiche cardiologiche, quali ECG, ecocardiografia e misurazione della pressione, occorre evitargli ogni inutile stress se si vogliono ottenere risultati utili e attendibili. Il tempo che occorre al gatto per adattarsi alla sala visita e al veterinario può essere sfruttato per eseguire l’indagine anamnestica e osservare il paziente.

Infine, oggi sono disponibili anche comode applicazioni per smartphone che aiutano i proprietari nel monitoraggio del loro animale a casa.

NOTE DI PRONTO SOCCORSO E MEDICINA D’URGENZA

Nel caso dobbiate affrontare una situazione urgente con il vostro cane/gatto cercate di mantenere la calma ragionando sulla cosa migliore da fare, innanzi tutto salvaguardando la vostra incolumità evitando di farvi mordere o graffiare.

Questo contribuisce a calmare anche il vostro cane/gatto che può essere spaventato per le circostanze o perché in preda a dolori o sofferenze.
Contattate il vostro veterinario che può già darvi qualche consiglio telefonicamente e allertatelo affinché si renda reperibile in ambulatorio.

Vediamo ora alcune situazioni che possono richiedere un’assistenza urgente:

-INCIDENTI STRADALI: avvicinate con calma l’animale facendogli indossare una museruola; se questa non è disponibile potete usare una coperta per sollevarlo e farlo salire in macchina nel caso
di taglie piccole. Diversamente si può utilizzare un laccio da avvolgere attorno al muso legandolo poi dietro alle orecchie.

-FERITE SANGUINANTI: si possono applicare delle garze pulite e praticare una fasciatura compressiva; se la ferita interessa un arto ed il sanguinamento è importante si possono applicare dei lacci emostatici. Il laccio va posizionato a monte della ferita in caso di sanguinamento
arterioso(si vede un getto intermittente) o a valle con sanguinamento venoso ( getto continuo).

-FERITE DA MORSO: conseguono a litigi tra soggetti maschi (cani o gatti) o aggressioni di cani di taglia grande verso altri di taglia piccola, talvolta con esiti drammatici. In questo caso esternamente spesso non ci si rende conto della gravità perché si tratta di danneggiamenti dovuti alla compressione. L’ unica cosa da fare è quella di rasare il pelo, disinfettare la ferita esternamente e se possibile coprirla prima della visita.

-FRATTURE CHIUSE O ESPOSTE: nel caso di una frattura chiusa evitiamo di fare dei bendaggi che invece sono indispensabili in caso di fratture esposte, dopo aver pulito i monconi ossei con soluzione fisiologica sterile.

-TRAUMI CRANICI, DEL RACHIDE E DELL’OCCHIO: possiamo collocare il paziente su una superfice rigida (es. una tavola)allineando testa collo e tronco e fissandolo con delle cinghie; possiamo applicare del ghiaccio istantaneo sulla parte lesa. Sull’occhio si possono applicare degli impacchi
freddi.

-AVVELENAMENTO: se c’è stato un contatto cutaneo è utile lavare abbondantemente la cute. In caso di ingestione accidentale non sempre serve indurre il vomito; in caso serva (su consiglio veterinario) si può usare dell’acqua calda salata o dell’acqua ossigenata a 10 volumi diluita a metà
con acqua di rubinetto. Possono essere utili del carbone vegetale (come adsorbente) e della paraffina liquida che impermeabilizza il tratto digestivo e ha un effetto lubrificante. Non sempre servono il latte (talvolta controindicato) o l’albume d’uovo.

-ARRESTO RESPIRATORIO, ARRESTO CARDIACO O COLLASSO CARDIOCIRCOLATORIO: sono situazioni gravissime che richiedono manovre di rianimazione cardio-respiratoria (RCR); è utile
coricare l’animale sul lato destro estendendo il collo ed esteriorizzando la lingua (attenzione ai morsi) sincerandosi che le vie respiratorie siano libere. Possiamo praticare dei massaggi cardiaci; stringendo energicamente le dita provochiamo una scarica di catecolamine che stimola un rialzo
pressorio. In caso di ripresa anche un sorso di caffè tiepido zuccherato agisce da tonico generale.

-DILATAZIONE/TORSIONE GASTRICA: colpisce spec. cani di taglia grande in età medio-avanzata nelle ore successive al pasto. Il soggetto presenta conati di vomito improduttivi, addome dilatato, salivazione abbondante e difficoltà respiratoria. Va eseguito subito un trattamento urgente in ambulatorio per cui va contattato il veterinario.

-CORPI ESTRANEI: nel periodo estivo le spighe vegetali possono penetrare nelle orecchie, nel naso e negli occhi. Ovvio che prima si tolgono e meglio è ma se anche passa qualche ora non è un problema. Per dare sollievo si può mettere qualche goccia d’olio d’oliva tiepido nell’orecchio con un effetto emolliente. Se la spiga è nelle narici si può fare un impacco freddo sul naso. Talvolta alcune schegge di legno o frammenti ossei si incastrano tra i denti. I cani che vivono all’aperto talvolta si imbattono nell’istrice presentendosi con alcuni aculei conficcati: in tutti questi casi i corpi estranei vanno rimossi rivolgendovi al vostro vet .


-FOLGORAZIONE E SCOTTATURE: la parte ustionata va messa sotto acqua corrente per 10-15 minuti; eventuali lembi di cute non vanno rimossi subito. Dopo aver applicato una pomata antibiotica e aver coperto la parte con un bendaggio bisogna subito far visitare il nostro amico.

-COLPO DI SOLE E COLPO DI CALORE: capita nella stagione estiva a causa delle temperature elevate associate ad una attività fisica inopportuna (cani da caccia), alla custodia incauta in spazi eccessivamente caldi (es. auto parcheggiate al sole) o per incapacità di alcuni soggetti a termoregolare (razze brachicefale). Bisogna subito abbassare la temperatura con impacchi freddi e spruzzature d’alcool specialmente alle estremità e alla testa (attenzione agli occhi!).

-CONGELAMENTO: anche in questo caso possono essere responsabili condizioni climatiche estreme durante la stagione invernale; talvolta uno stato di salute precario è un fattore predisponente. Bisogna intervenire utilizzando coperte termoisolanti, borse dell’acqua calda, termofori elettrici, lampade ad infrarossi. Sia nel colpo di calore che nel congelamento il vet instaura una terapia intensiva che spesso risolve ; in certi casi purtroppo l’esito è fatale.

-PUNTURE DI INSETTI: capitano per lo più durante la bella stagione nelle ore in cui gli insetti sono più attivi. La parte punta si presenta arrossata, gonfia (edema) e pruriginosa; talvolta si manifesta una reazione allergica con edema delle labbra, degli occhi e dei padiglioni. Nel primo caso un
semplice impacco di ghiaccio è risolutivo, nel secondo invece serve un trattamento antiallergico. Per fortuna succede raramente che l’insetto venga ingoiato e questa è una situazione potenzialmente mortale a causa dell’edema delle prime vie respiratorie.

-PROCESSIONARIA: parassita del pino e della quercia; nelle giornate ventose di marzo e aprile cade dagli alberi formando una fila che incuriosisce il cane. Il leccamento provoca ustioni al cavo orale e alla lingua per l’elevato contenuto di acido formico. Bisogna sciacquare abbondantemente il cavo orale e contattare al più presto il veterinario.


-ZECCHE: trattenersi dall’impulso di staccarle subito!!!meglio applicare uno zecchicida spray, attendere qualche ora (talvolta si staccano da sole) quindi con una pinzetta apposita rimuoverle con un movimento antiorario facendo presa vicino alla cute; non comprimere mai l’addome (nemmeno se sono morte) per non favorire la liberazione di eventuali microrganismi (es. Rickettsia o Erlichia) trasmessi dalle zecche.

In commercio esistono dei kit di pronto soccorso già pronti all’uso ma è sufficiente avere a portata di mano alcuni articoli sanitari quali:

  • -guanti monouso
  • -forbici resistenti
  • -disinfettante non alcolico
  • -lacci emostatici
  • -stecche abbassalingua
  • -stick emostatico
  • -soluzione fisiologica sterile
  • -garze sterili 10cm.x10cm.
  • -rullo di garza da 7,5 cm. e 10 cm.
  • -nastro di cerotto da 2,5 c. e 5 cm.
  • -benda elastica
  • -ghiaccio istantaneo
  • -pinza per rimozione zecche
  • -spray zecchicida
  • -acqua borica 3% per impacchi oculari
Abituare gatto visita veterinaria

Come abituare il gatto alla visita veterinaria

La paura e lo stress sono causa di problemi comportamentali nel gatto. Sapere questo, puo’ contribuire ad impedire che la visita veterinaria diventi un problema, pertanto si deve abituare il gatto alla visita veterinaria e a tutte le
procedure che dovra’ affrontare .

Il trasportino

Il gatto dovrebbe considerare il trasportino come un’ accessorio familiare, un posto sicuro, una piccola tana. Per tale scopo, si deve tenere in casa il trasportino aperto, in modo che l’ animale lo possa ispezionare e utilizzare quando piu’ gli e’ congeniale.

Per invogliarne l’ utilizzo si puo’ mettere all’ interno del trasportino, del cibo, golosita’ e giochi, rinnovando l’operazione ogni giorno. Puo’ rivelarsi molto utile, il giorno che il gatto deve essere portato dal veterinario, vaporizzare il trasportino con feromoni.

Esistono diverse tipologie di trasportini: quelli che hanno due aperture una superiore e una anteriore sono ottimi, come anche quelli a griglia che hanno il cassettino estraibile .All’ occorrenza il trasportino puo’ essere coperto con un telo o una copertina..

Dopo la visita veterinaria, al rientro a casa, occorre lavare sempre il trasportino con un detergente e con acqua tiepida in modo da eliminare i feromoni d’allarme.

Queste sostanza vengono prodotte da alcune ghiandole che si trovano sui cuscinetti interdigitali e vengono lasciate sul fondo del trasportino in situazioni di stress e di paura.

Il viaggio in automobile

Il gatto deve essere abituato ad essere trasportato fin da cucciolo e lo si deve fare con gradualita’, non si puo’ pensare di metterlo nel trasportino e di fargli fare subito un lungo viaggio in macchina.

Fare cio’ non farebbe altro che rafforzare la sua avversione. All’ inizio bisogna portare il gatto in macchina nel suo trasportino ponendolo davanti, dalla parte del passeggero, in basso sul tappetino della macchina, Questa é la posizione in cui il gatto dovrebbe subire meno il mal d’auto.

Il gatto deve sempre essere rincuorato a bassa voce in tono pacato. Questo dovra’ essere ripetuto nei giorni successivi e se il gatto si dimostra tranquillo, si puo’ iniziare ad accendere il motore senza fare alcun tragitto.

Successivamente si puo’ iniziare a fare un piccolo tragitto aumentando il percorso con gradualita’.

Visita veterinaria

E’ sempre meglio, per limitare la permanenza del gatto in sala d’ attesa, concordare un’ appuntamento.

Dopo essere entrato nella sala visita del veterinario é opportuno lasciare il gatto nel suo trasportino mentre si forniscono al medico tutte le informazioni utili alla visita.

Il tavolo da visita viene accuratamente pulito, sia per evitare la la trasmissione di eventuali malattie sia per eliminare i feromoni d’ allarme lasciati dal paziente precedente.

Non si deve tirar fuori con forza il gatto dal suo trasportino, ma aspettare che a poco a poco, si tranquillizzi ed esca da solo. E’ bene portare da casa una copertina che il gatto conosce e utilizza a casa.

Sono sempre consigliate golosita’ in cibo subito dopo la visita .Per abituare il gatto ad essere visitati di buon grado dal medico, si puo’ a casa, giocare al veterinario.

Toccare il gatto in parti del corpo ( occhi, orecchie, bocca ,zampe) che normalmente non vengono toccate, aiutano il gatto ad accettare meglio la visita del veterinario .

Tutte queste operazioni devono essere fatte con la massima delicatezza ed in modo graduale usando dei premi in cibo.

La Nostra Intervista su ProntoPro

Il nostro Giovanni ha rilasciato un intervista per il portale ProntoPro in cui racconta brevemente qualcosa della sua vita privata, il percorso che lo ha portato a diventare veterinario, alcune pratiche raccomandazioni per la salute degli animali e qualche cenno sulle ultime tecnologie in ambito veterinario che vengono utilizzate nella nostra clinica.

Se siete curiosi di saperne di più potete leggere l’articolo completo cliccando qui .

cane anziano accortezze

L’anzianità negli animali: come affrontarla?

Anche in Medicina Veterinaria la Geriatria è una realtà (cani e gatti anziani rappresentano il 30-40% dei nostri pazienti) e grazie ai progressi in diagnostica, prevenzione, terapia ed alimentazione, oltre all’aumento di attenzione del proprietario, l’aspettativa di vita è praticamente raddoppiata negli ultimi decenni. 

L’invecchiamento non è una malattia, ma una progressiva diminuzione delle riserve adattative dell’organismo con diminuzione delle capacità di recupero e conseguente maggior suscettibilità alle malattie.  Questo renderà più difficile per l’organismo recuperare la condizione di benessere iniziale e ci sarà una condizione di crescente disabilità con declino cognitivo e malattie croniche a forte impatto sulla qualità di vita.

Sulla base di questo concetto i proprietari, sempre più attenti alla qualità di vita del loro amico a quattro zampe, possono oggi riconoscere nel paziente anziano i segni di fragilità

  1. Perdita di peso (decadimento della condizione corporea complessiva)
  2. Riduzione del livello di attività generale (affaticamento)
  3. Diminuita performance cognitiva e mnemonica
  4. Problemi comportamentali socio-relazionali
  5. Dolore e difficoltà di movimento

Il cervello è uno degli organi che maggiormente risente dei fenomeni di degenerazione e infiammazione, alla base del declino cognitivo e mnemonico, tipico dell’invecchiamento cerebrale e, ancor più, di quello patologico, come la sindrome della disfunzione cognitiva o demenza senile considerata la controparte canina della forma precoce della malattia di Alzheimer umana. I sintomi, spesso accompagnati a fobie e stato ansioso intermittente, sono:

  • Disorientamento
  • Interazioni sociali alterate (famiglia, altri animali, ambiente)
  • Abitudini eliminatorie inappropriate
  • Attività generale/motoria alterata

Riconoscere i segni di fragilità dell’animale anziano e migliorare/ripristinare le funzionalità residue dei diversi apparati, sono strategie vincenti per contrastare in fase precoce le malattie dell’età geriatrica o ritardarne la progressione quando clinicamente evidenti.

Segnalate al vostro veterinario questi sintomi (anche con l’aiuto di video), si possono effettuare indagini diagnostiche mirate per individuare patologie metaboliche associate e poi impiegare terapie adeguate (antinfiammatori, antiossidanti e integratori ad effetto neuroprotettivo) in associazione a  strategie quotidiane:

  1. Casa a misura di anziano (arricchimento ambientale/giochi, gradini con antiscivolo, rampe/scale per salire in auto o sul divano, ciotole accessibili, materassini ortopedici)
  2. Feromoni di appagamento canino
  3. Rieducazione motoria ed esercizio fisico 
  4. Interazioni sociali
  5. Allenamento cognitivo (stimolazioni tattili, visive, olfattive, gustative)
  6. Affetto positivo
  7. Incentivazione dell’autonomia
  8. Stimolazione di nuovi apprendimenti (nei momenti in cui il cane è più attivo)
gatto e gravidanza

ARRIVA UN BAMBINO: GATTO E GRAVIDANZA

Nel momento in cui si scopre di aspettare un bambino sorgono dei dubbi relativamente ai pericoli che può comportare la convivenza con il proprio gatto.
In realtà la sua presenza può non solo essere gestita molto semplicemente ma anche accompagnare in modo sereno e tranquillo questo meraviglioso momento.
Molti studiosi hanno verificato che la presenza di un gatto può addirittura tranquillizzare un bambino troppo agitato nel ventre materno.
Inoltre la presenza di un animale domestico in famiglia contribuisce alla formazione della personalità delbambino e fornisce numerosi vantaggi anche alla sua sfera psicomotoria.

E’ un’ottima risorsa perinsegnare ai propri figli i concetti di responsabilità e di empatia, nonché il valore del rispetto della vita.Sul sito web della clinica (www.casadelcanerimini.com/suggerimenti ) potete anche trovare una scheda sul rapporto tra animali e bambini.

GATTO E GRAVIDANZA: Preoccupazione Toxoplasmosi

La Toxoplasmosi è una malattia causata dal parassita Toxoplasma gondii. Questo sopravvive all’interno divari animali, uomo compreso; il gatto è l’unico ospite definitivo, cioè l’unico in cui i parassiti siriproducono.
Questo parassita può infettare il gatto se mangia una preda che già lo ospita o se viene a contatto con unterreno infetto o ancora dopo l’ingestione di carne cruda infetta.
I gatti che contraggono questa malattia possono essere asintomatici o manifestare sintomi aspecificicomuni ad altre patologie ( febbre, inappetenza, dimagramento).
Molte donne dopo essere state naturalmente esposte al toxoplasma, in maniera totalmente silente,acquisiscono un’immunità che persiste nell’organismo e che lo difende anche dal rischio di contrarre lamalattia; in questo caso la gestante è sieropositiva e non vi èassolutamente alcun rischio di trasmissioneal nascituro.
Il consiglio è quello di parlarne anche con il proprio medico e di effettuare gli accertamenti routinari dilaboratorio per rilevare la sieropositività o meno.
Il parassita viene trasmesso per via orale sostanzialmente in due modi: mangiando carni poco cotte di animali contaminati o toccando con le mani la sabbia dove è stato il gatto o le sue feci e portandosi le mani stesse alla bocca; in entrambi i casi avviene l’ingestione di oocisti infettanti.

GATTO E GRAVIDANZA: Prevenzione

Per evitare ciò basta rispettare delle semplici norme sanitarie: durante la gravidanza è sufficiente far pulire la cassettina igienica da un familiare oppure nello svolgere questa procedura basta utilizzare dei guanti monouso in lattice.
Evitate la carne cruda: il consumo di carne cruda o poco cotta è la principale via di trasmissione dellatoxoplasmosi.
Dopo aver manipolato la carne cruda in cucina lavatevi bene le mani e così pure il tagliere prima prima diutilizzarlo per preparare l’insalata.

Consumate preferibilmente verdure coltivate sotto serra e quindi non contaminate dalle feci degli uccelli; se la provenienza è dubbia è senz’altro meglio lavarle con una soluzione igienizzante ( es. Amuchinadiluita) o ancora meglio consumarle cotte perchè il toxoplasma è termolabile e si inattiva con la cottura.
Evitate l’infezione dal terreno: se fate giardinaggio indossate i guanti e lavatevi bene le manisuccessivamente. Sarebbe meglio evitare giardinaggio in gravidanza.

GATTO E GRAVIDANZA: Accorgimenti e Strategie

L’arrivo di un neonato in casa è un cambiamento importante per tutti, compreso il micio. E’ normale che all’inizio ci sia un po’ di diffidenza nei confronti del nuovo arrivato ma questa non va catalogata come gelosia.
Il micio va abituato a questo cambiamento gradatamente fin dalla gravidanza per evitare che consideri ilbimbo un “intruso minaccioso”.
Va abituato agli oggetti del bambino ( culla,accessori, giochi) e possibilmente anche ai suoni e agli odoricome lozioni o altri prodotti per neonati; lasciatelo familiarizzare con questi nuovi profumi e aiutatelo asviluppare associazioni positive, per esempio lodandolo e premiandolo con uno snack ogni volta.
Si può far ascoltare a Micio la registrazione di un bambino che piange, sempre associando a questo nuovorumore qualcosa di positivo. Lasciate la registrazione a un volume basso e per poco tempo, aumentandoprogressivamente volume e durata.
Potete anche invitare degli amici o dei familiari che abbiano un bambino a fare una breve visita e inseguito a fare delle visite più lunghe; durante questi momenti è necessario che il gatto possa annusare ilbambino e possa avvicinarsi ad esso senza che ci siano scatti improvvisi o rumori che lo spaventino.
Se state preparando una stanza per il nascituro date al gatto la possibilità di abituarsi al nuovo allestimento un passo alla volta.
Preparate la culla molto prima dell’arrivo a casa del piccolo; se invece pensate di non volere che in futuro il gatto vi entri bloccate fin da subito l’accesso alla stanza del bambino.
Nel complesso mantenete la routine del gatto il più possibile regolare; una routine prevedibile riduce lo stress e previene la comparsa di problemi.
Date a Micio il tipo e la quantità di attenzione che pensate sarete in grado di mantenere all’arrivo del bambino preparandolo in modo graduale e naturale anche alla vostra futura relazione, che inevitabilmente comporterà dei cambiamenti.

sonno-cane-gatto

Il sonno nel cane e nel gatto

sonno cane e gatto

Gli studi ci dicono che il cane ed il gatto sognano proprio come noi ed il loro sonno è fondamentale per rigenerare le forze e la mente.
Cane e gatto hanno un numero di ore diverse di sonno; il gatto arriva a dormire anche 16 ore al giorno mentre al cane ne possono bastare 10-12.
Sono dati orientativiche variano molto in base alla razza, al livello di attività fisica, allo stato di salute, all’età, all’alimentazione e all’ambiente.
Per esempio i Bulldog sono in genere dormiglioni;i Border Collie o i Jack Russell sono razze tipicamente attive che si prodigano in attività stancanti e necessitano di un riposo più profondo per “ricaricare le batterie”.
In linea di massima gli animali malati o con uno stato di salute precario tendono a riposare qualitativamente peggio ma per un maggior numero di ore quotidiane.
Solitamente il cucciolo dorme più dell’adulto e nei soggetti in accrescimento il sonno è importante per il corretto sviluppo del sistema nervoso.
L’anziano necessita di un numero di ore inferiore , se però manifesta una disfunzione cognitiva (sindrome
simile all’Alzheimer nell’uomo) oppure vive in un ambiente poco stimolante e privo di novità allora le “dormite” quotidiane possono allungarsi inevitabilmente.
Proprio i cani anziani vengono utilizzati come modelli di studio per i disturbi del sonno nell’uomo.
Le fasi del sonno sono due; lo stato di veglia cede il passo ad una prima fase di sonno “ ad onde lente”(fase di sonno superficiale) a cui può seguire la fase REM (Rapid Eye Movement) cioè la fase di sonno profondo.
Questa fase è presente nelle specie animali più evolute, uccelli e mammiferi, ed è caratterizzata da un movimento rapido degli occhi in cui c’è un completo abbandono del controllo del proprio corpo attraversando quasi uno stato di paralisi muscolare nonostante il cervello sia molto attivo.

E’ una fase indispensabile per un riposo veramente rigenerante ed è in questa fase che avviene l’attività onirica.
Sia il cane che il gatto possono muoversi mentre dormono, agitare le zampe o mimare con il muso il gesto di succhiare il latte materno; durante il sonno il cane può anche arrivare ad abbaiare.
Tutto ciò è perfettamente normale e non c’è da preoccuparsi.
Osserviamo comunque i nostri amici mentre riposano per capire se tutto procede bene, se dormono veramente troppo o non dormono affatto.
Il luogo del riposo deve essere sicuro; il giaciglio deve essere confortevole, avere qualche coperta (magari con il nostro odore) ed essere situato in un posto al riparo sia dal vento che dalle temperature troppo rigide o troppo calde .
Anche i pet possono andare incontro a patologie legate al sonno, così come alcune malattie possono minare il loro stato di salute e non farli dormire sereni.
Cani e gatti possono soffrire di narcolessia, un disturbo neurologico innescato da esperienze emozionali positive (come cibo e gioco). Si manifesta più frequentemente in cuccioli prima dei 6 mesi di età e si manifesta con perdita di coscienza e di tono muscolare; il cucciolo sprofonda in una condizione che simula la fase REM del sonno.
Alcuni pet possono invece soffrire di ipersonnolenza, in particolare le razze brachicefale (spec. Bulldog francesi e inglesi, Carlini,ecc.); a causa della conformazione anatomica del muso e delle vie aeree possono subire delle situazioni di apnea durante il sonno con un risveglio improvviso.

Se nelle ore di sonno Fido non dorme bene questo comporta una maggiore sonnolenza durante le ore di veglia.
Altri disturbi del sonno possono conseguire a patologie quali encefaliti, tumori o traumi.
Qualora il proprietario rilevi o sospetti un sonno anomalo il consiglio è quello di effettuare una breve ripresa con il tablet o con lo smartphone e di sottoporla al clinico.
Alcuni studi hanno evidenziato che dormire nella stessa stanza con un pet può migliorare la qualità del sonno nell’uomo; ha un effetto rassicurante e diminuisce l’ansia e lo stress .
Se però il cane dorme con voi nel letto questo può mettere in discussione la vostra dominanza all’interno del branco e dà a lui la sensazione di poter assumere il controllo.
Per il gatto è diverso; è un animale indipendente e può dormire tranquillamente nel lettone con voi trasmettendovi un effetto rilassante. Le sue fusa rallentano il battito cardiaco e regolarizzano la pressione.
Un’alimentazione sana e ben equilibrata aumenta in modo significativo la quantità e la qualità del sonno; al contrario un’alimentazione scorretta o la presenza di reazioni avverse al cibo (RAC) quali intolleranze/ipersensibilità/allergie alimentari è dimostrato che possano alterare la normale attività dei neurotrasmettitori e degli ormoni che regolano il comportamento, specie l’ansia.
In natura ci sono alcune sostanze dalle proprietà riconosciute in letteratura come il tiglio, la valeriana,la melissa e l’escolzia; queste possono essere combinate ed aggiunte all’alimentazione con un effetto rilassante e calmante permettendo loro di dormire sonni tranquilli.

cane bisogni fuori casa

Educare il cucciolo a fare i bisogni fuori casa

Tutti i proprietari hanno l’ esigenza che il proprio cucciolo impari a urinare e a defecare fuori casa
ma come tutte le cose che desideriamo insegnare ai nostri amici, ci vuole tempo e pazienza.
Fido inizia a controllare la vescica a 5 mesi circa e fino a questa eta’ il proprietario sara’ messo a dura
prova.

 
Nella giornata del cucciolo ci sono dei momenti in cui sicuramente dovra’ fare i suoi bisogni. Quando si
sveglia, dopo la pappa e dopo il gioco.

 
In questi momenti il proprietario deve essere pronto a portare fuori il proprio cucciolo; se poi il cane
sporca in casa non è colpa sua ma è perche’ il proprietario non ha fatto in tempo a uscire .
Evitate , quindi, qualsiasi rimprovero perche’ non servirebbe.

 
Purtroppo ci sono ancora proprietari che sgridano il proprio cucciolo, lo colpiscono con un giornale
arrotolato o addirittura mettono il muso del cane a contatto con le feci o l’ urina.

 
Il cane non l’ha fatto apposta e non è un dispetto ma semplicemente non e’ riuscito a trattenersi.
Scegliete un posto il più tranquillo possibile, dove non ci siano distrazioni: passaggio di auto, moto o
biciclette oppure passaggio di altri cani o di persone.

 
Il cucciolo molto esuberante o curioso si può facilmente distrarre mentre il cucciolo timido può inibirsi ed
in entrambi i casi non si raggiunge il risultato sperato.

 
Inoltre è bene prendersi tutto il tempo necessario e non avere “i minuti contati”. Uscite il piu’ possibile e portatevi dei bocconcini da usare come premio.

 
Durante le prime fasi dell’educazione portate il cucciolo sempre nello stesso posto perchè l’odore delle
feci e delle urine permane e costituisce uno stimolo all’eliminazione.

 
Il cucciolo annusa e gira in modo rituale prima di sporcare; quando ha evacuato premiatelo
generosamente con coccole e carezze e dategli un bocconcino come premio.

 
Ripetete la routine dell’uscire fuori: stesso posto, stesso orario e stessa ricompensa se si comporta come
desiderate, finchè non avrà afferrato e accettato l’idea.

 
Tutto ciò sembra richiedere molto lavoro ma in realtà poche settimane di pazienza e di insegnamento
coerente consentiranno al cagnolino di apprendere quale sarà il luogo in cui dovrà sporcare per il resto
della sua vita.

 
Quando il cucciolo avrà imparato a fare i suoi bisogni nel luogo stabilito bisognerà addestrarlo a urinare e
defecare in luoghi diversi e superfici diverse (erba, cemento, terra…) affinchè non abbia problemi quando
lo si porta in viaggio.

 
I cuccioli sono molto intelligenti e apprendono velocemente perciò aiutiamoli in questo percorso
educativo, sempre con gentilezza e tanta pazienza.

 
RICORDATE CHE RACCOGLIERE LE FECI DEL PROPRIO CANE E’ UN ATTO DI RISPETTO VERSO GLI ALTRI, OLTRE CHE UN OBBLIGO DI LEGGE!!!

La Memoria del Gatto

La Memoria del Gatto

Recentemente la psicologa giapponese Saho Takagi dell’Università di Kyoto ha pubblicato un lavoro sulla rivista Behavioural Processes secondo il quale ai gatti viene riconosciuta la memoria a breve termine, ossia la facoltà di ricordare episodi avvenuti di recente, di rievocarli e di sfruttarne l’esperienza.

Tutto ciò sembrava appannaggio solo dell’uomo e del cane e quindi questa scoperta illumina un lato nascosto della natura dei nostri mici.

Lo studio, che ha coinvolto una cinquantina di gatti, ha rilevato come questi a distanza di quindici minuti circa di intervallo riescono a ricordare un cibo gradito (precedentemente assunto) ed inoltre sono capaci di individuare dove questo si trovava ed in quali ciotole era contenuto.

Quindi la memoria a breve termina conserva una “traccia” delle esperienze recenti ed orienta le scelte ed indirizza le strategie del nostro felino; per questa mente dotata di una funzione introspettiva potremmo dire che il gatto ha una sorta di coscienza.

Tutto qua? Assolutamente no. Secondo i ricercatori nipponici, infatti,l’intelligenza felina è tutt’altro che elementare ed è in grado di ricordare certi episodi anche dopo periodi molto più lunghi (memoria a lungo termine).

Quindi la mente del gatto non opera in base a semplici meccanismi di azione-reazione, ma funziona in modo selettivo reagendo agli stimoli con un’attività di valutazione e scegliendo tra possibili soluzioni quella più opportuna.

In altri termini questo animale non dà semplici risposte standard ma è in grado di pensare; le sue predisposizioni gli consentono di rielaborare i suoi trascorsi e di metterli in relazione a esperienze piacevoli o spiacevoli, per esempio il rumore della scatola dei croccantini nel primo caso o il rumore della siringa quando viene scartata nel secondo.

Queste scoperte sono in linea con la condizione neuroanatomica di questa specie animale; il suo cervello infatti presenta notevoli circonvoluzioni e già questo denota l’attitudine cognitiva. Attitudine cognitiva che si esprime anche nel saper rispondere correttamente a stimoli come gesti, emozioni ed espressioni facciali umane.